Un importante segnale dal Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte che “Ordina l’annullamento previa sospensione dell'efficacia, (in parte qua)…”della Deliberazione della Giunta Regionale del Piemonte 16.5.2016 n.30-3307, pubblicata sul B.U.R. 20S1 in data 19.5.2016 recante assegnazione obiettivi economico-gestionali, di salute e di funzionamento dei servizi ai direttori generali delle aziende sanitarie regionali finalizzati al riconoscimento del trattamento economico integrativo per l'anno 2016, segnatamente nella parte relativa all'obiettivo 8 - Assistenza Farmaceutica Territoriale ed Ospedaliera, riguardante in pratica ’“L’Appropriatezza prescrittiva e riduzione della variabilità”.

Nella sostanza con tale delibera, si impone ai DG, e per loro tramite ai medici, di prediligere il prodotto farmaceutico al prezzo/confezione più basso. Questo è l’unico modo per ridurre di almeno il 50%-70%, come richiesto, lo scostamento con il prezzo medio per confezione fatto registrare dall’azienda “best performer” e per evitare di incorrere così in un grave inadempimento contrattuale e la conseguente decadenza automatica dall’incarico. In primo luogo non si rinviene nel provvedimento una sola parola di motivazione che ne spieghi le ragioni: si può dedurre che quindi si fondi unicamente sull’elemento del costo, e che incentivi in maniera acritica e semplicistica la prescrizione dei farmaci a prezzo più basso. Dunque, a meno di non voler decadere dall’incarico, i Direttori Generali e, per loro tramite i medici prescrittori, non sarebbero più liberi di scegliere il principio attivo più appropriato alle specifiche necessità del paziente, dovendo orientare la loro prescrizione in favore di medicinali a costo/confezione inferiore, senza che si sia dimostrata l’equivalenza terapeutica. La finalità dell’obiettivo proposto, in totale assenza di elementi di valutazione clinica, risulta essere semplicisticamente la riduzione secca della spesa dei farmaci. Il fissare come target l’avvicinarsi al minor costo in termini di spesa farmaceutica non può infatti costituire un obiettivo di salute e la variabilità prescrittiva rispetto alla media non implica necessariamente un comportamento prescrittivo non appropriato e soprattutto, senza una specificazione dei motivi di tale variabilità, non si ricava nessuna indicazione per una opportuna azione correttiva. Fissando poi un benchmark rispetto ad un trend storico o a zone geografiche particolari, gli indicatori di variabilità prescrittiva rischiano di individuare dei valori di riferimento imprecisi o sbagliati rispetto alle reali necessità: “si possono verificare situazioni di consumo in calo, ma comunque in eccesso rispetto al bisogno assistenziale o, per contro, situazioni di consumi in aumento, ma comunque in difetto rispetto al bisogno assistenziale”. Una ulteriore e non meno rilevante preoccupazione legata alla delibera regionale è poi la completa mancanza di considerazione delle fondamentali esigenze di continuità terapeutica ed in particolare della opportunità di non modificare, se non per motivi clinici, i trattamenti in corso. Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte accoglie quindi l' istanza cautelare così motivandola: “Ritenuto che la domanda cautelare, ad un primo esame, appare assistita da adeguato fumus boni iuris…” perché “… l’introduzione surrettizia di vincoli sulla libertà prescrittiva del medico curante…pur non vincolando direttamente la libertà prescrittiva dei medici curanti, paiono in grado di ingenerare nei destinatari (e nel personale medico operante sotto le direttive delle rispettive ASL) la propensione ad uniformarvisi, facendo così prevalere logiche di risparmio a discapito del parametro dell’appropriatezza” e fissa per la trattazione di merito del ricorso l'udienza pubblica dell’8 marzo 2017.

Di seguito la lettera pubblicata su www.quotidianosanita.it/ da Roberto Venesia Segretario Provinciale FIMMG di Torino e Regionale del Piemonte:

La spesa farmaceutica territoriale è stata negli ultimi anni oggetto di contrazione vistosa e, se si propongono ulteriori tagli, si corre il grande rischio di sottrarre ai cittadini cure essenziali senza generare risparmi, anzi con la conseguenza concreta di aumentare altre voci di spesa sanitaria. Farmaci e vaccini sono strumenti di salute e un investimento per ridurre la spesa socio-sanitaria complessiva e non un semplice costo. L’uso corretto dei farmaci può determinare risparmi per il SSN: con la prevenzione, riducendo il rischio di malattie invalidanti, rallentando la degenerazione o attenuando i sintomi di alcune malattie tipiche dell’invecchiamento, accorciando i tempi di ospedalizzazione o evitando il ricovero ospedaliero, rendendo non più necessari interventi chirurgici. E’ noto, ad esempio, come la corretta terapia dell’ipertensione arteriosa sia in grado di prevenire numerose morti premature e complicazioni gravi per cause cardiovascolari (ictus e infarti ad es.), con forte risparmio di risorse economiche. La minor spesa per i farmaci non è sinonimo di appropriatezza, come molte regione vorrebbero far credere! Le scelte terapeutiche devono essere finalizzate al miglioramento dell’assistenza basato sull’appropriato uso dei farmaci, con l’obiettivo di raggiungere più elevati standard di qualità e non possono essere oggetto di un mero razionamento. Una prescrizione è generalmente considerata appropriata se effettuata all’interno delle indicazioni cliniche e, in generale, all’interno delle indicazioni d’uso (dose, durata, ecc.) per le quali è dimostrata l’efficacia. L’appropriatezza nell’uso dei farmaci è misurabile mediante l’analisi dell’aderenza al trattamento (grado di trasferimento delle indicazioni d’uso nella pratica clinica).   La scarsa aderenza al trattamento è la causa principale di inefficacia della terapia farmacologica e rappresenta, di conseguenza, un significativo determinante della mancata riduzione della mortalità/morbilità e dei costi assistenziali complessivi. L’aderenza al trattamento risulta generalmente insoddisfacente in oltre la metà dei pazienti cronici e il trend dell’aderenza al trattamento non presenta un significativo miglioramento negli ultimi anni. Chiediamo da tempo e inascoltati, un cambio di prospettiva nella misurazione e nella valutazione dell’appropriatezza prescrittiva dei farmaci, passando dalla semplice valutazione del consumo, alla valutazione delle modalità d’uso dei farmaci sul paziente.

La battaglia che da tempo come FIMMG portiamo avanti per garantire ai nostri pazienti la migliore salute anche attraverso l’uso appropriato dei farmaci e per la tutela dell’autonomia prescrittiva dei Medici, continua a tutti i livelli.