Un uomo fuori dal tempo…

 

La conoscenza con Gigi risale a moltissimi anni fa: ero un fanciullo imberbe e Lui già adolescente ed insieme a Dino di Palma, donava preziosi consigli a me e al compianto Ciro Ciscognetti sul servizio liturgico e sulla necessità di essere coerenti nella fede. Poi ci siamo persi di vista ma ci siamo ritrovati nell’ambito lavorativo insieme alla cara Irene, la Sua amata altra metà del cielo.

I Suoi modi gentili, signorili, teneri; il Suo sorriso – sempre schietto e spontaneo – donato a tutti e in ogni circostanza non possono essere dimenticati.

Quando partecipava alle nostre discussioni ,che stavano per prendere una piega polemica, interveniva con quella serena autorevolezza capace di riportarci nel solco del rispetto reciproco e dell’educato ascolto di opinioni diverse.

Sempre al di sopra delle parti, e non per presunzione, era evidente che si nutriva continuamente di Valori oggi, forse, da noi tutti persi di vista.

Ma è cosa buona e giusta che il bene cominci a far rumore, che faccia notizia, che si faccia sentire! Abbiamo tutti bisogno di ricostruire ciò che, consciamente o inconsciamente, abbiamo lasciato che venisse distrutto; non abbiamo più rapporti autentici, siamo convinti che un sms o un whatsApp, basti a cementare una relazione interpersonale: Gigi amava il contatto diretto, voleva incrociare il Suo sguardo con quello dell’interlocutore, e non lo faceva mai senza accompagnarlo con un sorriso; abbiamo perso la spontaneità di quanto abbiamo dentro. Quando era con Irene – cioè sempre! - non nascondeva la tenerezza di un amore vero, fecondo e sempre nuovo: il loro tenersi per mano, il sedersi sempre l’uno accanto all’altro era diventata una dolce consuetudine, al punto che quando arrivavano in ritardo spesso lasciavamo volutamente due posti affiancati. Abbiamo perso il gusto della modestia: Gigi non si è mai vantato né ha vantato mai a vuoto qualcuno: sapeva che la vanagloria non paga, era convinto che l’ipocrisia generasse orgoglio e invidia; abbiamo perso il gusto del giusto equilibrio: Gigi non ha mai alzato la voce, sapeva che se abbiamo due orecchie ed una sola bocca è perché è sempre importante ascoltare più che parlare, e parlava sempre e solo al momento opportuno; abbiamo perso la capacità di guardarci indietro, di considerare chi sta peggio di noi: e la Sua sofferenza, mitigata da una dolce illusione di ripresa, sopportata ma accettata con la capacità di chi sa cosa voglia dire soffrire ne è un esempio; abbiamo perso la consapevolezza di essere effimeri frammenti di un qualcosa di più grande, ed, alla luce di quanto è stato pronunciato durante la messa esequiale, Gigi nel Suo passaggio tra di noi era ben consapevole di essere quel frammento di una Eternità che non vuol dire tempo eterno, ma assenza completa del tempo; non fuori dal cronos, ma al di là del tempo e dello spazio. E questa è una considerazione tipica di vive la fede in maniera coerente. Già, Gigi era un credente, ed un credente concreto….

Perciò è un uomo fuori dal tempo e per questo, non so voi, ma io gli dico grazie per essere stato in mezzo a noi.

 

Antonio Ambrosanio